Il profondo cambiamento delle attività e dei processi organizzativi, delle competenze e dei modelli di business con le applicazioni di tecnologia digitale in tutti gli aspetti della società umana.
Dgital transformation è il cambiamento organizzativo alle fondamenta della
trasformazione del business digitale. Questo perché cambiare la natura di un’organizzazione significa cambiare il modo in cui le persone lavorano, sfidando il loro modo di pensare, i processi di lavoro quotidiani e le strategie su cui esse fanno affidamento. Anche di fronte i problemi più difficili, la digital transformation offre vantaggi più proficui, consentendo ad un’azienda di diventare sia più efficiente, essendo guidata dai dati, sia più agile, potendo sfruttare maggiori opportunità di business.
La trasformazione digitale può essere un processo complesso e spesso scoraggiante, richiede cambiamenti che vanno dall’alto verso il basso (Top-Down), collegando ciascun elemento per creare un’operazione digitale efficiente. È un nuovo modo di approcciare il lavoro quotidiano di ognuno e molto probabilmente comporterà l’uscita dalla zona di comfort e l’apprendimento di nuove competenze anche per chi, nell’azienda, si fa regista di questo processo di cambiamento. Non c’è trasformazione digitale senza giuste competenze e questo riguarda non solo il manager, ma tutte le persone facenti parte dell’organizzazione. Quando un’organizzazione inizia un percorso di digital transformation si rende conto di aver bisogno di un set di competenze diverse da quelle tradizionali, per soddisfare le esigenze del cambiamento tecnologico.
È necessario investire soprattutto sullo sviluppo e sulla formazione di nuove figure professionali
e rinnovare digitalmente le soft skill. Bisogna trasformare le persone per continuare ad innovare. Le aziende che lo avevano già fatto, oggi, sono riuscite meglio a fronteggiare l’emergenza da coronavirus, avendo in precedenza acquisito nel proprio modello di business quei processi digitali, adesso per tutti indispensabili. In situazioni normali investire sulla trasformazione digitale significa migliorare la qualità del lavoro dei dipendenti, e l’engagement dei clienti, e acquisita una maggiore semplicità nei processi decisionali.
Aumentano le quote di mercato, e la nascita di nuovi prodotti digitali a supporto degli obiettivi aziendali è più rapida ed efficace. La quarta rivoluzione digitale è in corso e il mondo digital avanza ad alta velocità, imponendo un cambiamento non semplice a causa della ritrosia da parte di manager old style e aziende analogiche di abbracciare l’innovazione. Le persone sono il fulcro della digital transformation. Le aziende che investono nelle risorse umane saranno in grado anche di affrontare i cambiamenti più ostili.
La tecnologia come strumento:
La tecnologia è conoscenza umana che coinvolge strumenti, materiali e sistemi. L’applicazione della tecnologia si traduce in genere in prodotti e servizi. Se la tecnologia è ben applicata, avvantaggia gli esseri umani, e stiamo scoprendo, adesso più che mai, i benefici che essa può apportare in situazioni d’emergenza come quella attuale (Covid-19). Ma è vero anche il contrario, li può annientare, se utilizzata per motivi dannosi. La digital transformation utilizza la tecnologia per portare un vantaggio competitivo nelle operations, nel marketing, nel sales e nella produzione/erogazione di prodotti e servizi. Come gli oggi tanto citati, “Smart
working e-Learning”.
La Digital transformation oltre il mondo del business
Quando si parla di digital transformation ci si riferisce prevalentemente ad un contesto di business, ma l’impatto delle tecnologie e dell’innovazione che essa porta influisce anche su altre organizzazioni come governi, agenzie del settore pubblico e organizzazioni che sono coinvolte nell’affrontare le sfide della società come l’inquinamento o l’invecchiamento della popolazione. In alcuni paesi la trasformazione digitale mira anche ad avere un impatto su tutti gli aspetti della vita. Nè è un caso esemplare l’iniziativa del Giappone chiamata “società
5.0”, un programma governativo che va ben oltre la visione limitata dell’industria 4.0 di molti altri paesi. Ritornando alla trasformazione digitale nelle aziende, il citato sviluppo di nuove competenze è mirato a creare processi più agili , modelli orientati alle persone, innovativi, attenti al cliente, snelli, efficienti e in grado d’indurre/sfruttare le opportunità. In pratica, l’ottimizzazione della customer experience, la flessibilità operativa e l’innovazione sono i tre principali driver della trasformazione digitale, insieme allo sviluppo di nuove fonti di reddito ed ecosistemi di valore basati sull’informazione, che portano a trasformazioni del modello di business e a nuove forme di processi digitali. Una testimonianza di trasformazione digitale per esempio è quella di Alessandro Savarese Executive director regional ROMA Nord est, Consulente Finanziario Fineco Bank.
La trasformazione digitale secondo Savarese
Il mondo della consulenza finanziaria sta incontrando nuove sfide: MIFID2, FinTech, Intelligenza Artificiale, nuovi player che si affacciano sul mercato. Di conseguenza, per chi oggi opera in questo campo è necessaria una trasformazione del proprio modus operandi per adattarsi al nuovo contesto. Prima di entrare nel merito della questione, “tuttavia “ è doveroso fare chiarezza sul ruolo del consulente finanziario. Il Consulente Finanziario è un professionista esperto di finanza e dei connessi aspetti giuridici e fiscali, con particolare riferimento alla materia dei servizi d’investimento e alle operazioni di gestione capitali di aziende, istituzioni o privati. In Italia i consulenti finanziari vantano di un bacino di ben 4 milioni e 200 mila clienti. La quota di risparmio gestito da consulenti finanziari in Italia rappresenta il 15%. Sono numeri importanti, numeri in crescita rispetto a qualche anno fa. Il modello di servizio dei consulenti finanziari, per chi li conosce, è decisamente superiore a quello delle banche tradizionali e questo è un dato di fatto. C’è stata una crescita del 50%, però c’è un enorme potenziale di mercato che non è servito dai consulenti finanziari e non potrà tantomeno esserlo in futuro, in quanto colmato da altri strumenti quali modelli e vendite digitali.Anche per questo motivo non c’è ricambio generazionale in questo settore.
Il mondo dei consulenti finanziari è già abbastanza chiuso, e questa figura rischia di fare la fine dei dinosauri nel prossimo ventennio. Da un lato abbiamo un potenziale incredibile, abbiamo dei livelli di soddisfazione dei clienti dei consulenti finanziari che sono il doppio rispetto a quelli di qualsiasi altro referente per gli investimenti. Occorre una riconversione del consulente finanziario di oggi, un nuovo mo dello, un modello digitale e allo stesso tempo consulenziale, quest’ultimo essenziale oggi e domani più che mai. Dovrà essere un consulente finanziario smart sempre iper connesso,
che riesce a dialogare con tutte le generazioni, nonché costantemente “affamato”. Pensiamo a Warren Buffet, deve avere fame anche se ha la pancia piena e deve essere innamorato del cliente e del proprio lavoro, in altre parole, deve avere passione. Occorre investire sempre più non solo sulla digitalizzazione, ma anche sulla formazione e sul capitale umano. Essenziale in questo processo è la creazione di un ponte tra l’online e l’offline.
Creare un ponte tra online e offline, BNI in prma linea Savarese: Executive director regional Bni ROMA Nord est BNI – LA PIÙ GRANDE ORGANIZZAZIONE DI BUSINESS NETWORKING E SCAMBIO REFERENZE A LIVELLO MONDIALE. BnI: Business NetworkInternational è un’organizzazione di rete in
franchising americana con circa 273.206 + membri in 9.400 + capitoli locali in tutto il mondo. Con uno scambio di referenze che ammonta a 12 milioni nel 2019, e un giro d’affari di 16 miliardi di dollari nel 2019. Bni italia , vanta di 355 capitoli , e di 10.600 membri, con 362 mila referenze scambiate, per un totale di fatturato di 346 milioni di euro. I membri si incontrano settimanalmente per discutere di affari e supportare le reciproche attività condividendo i referral. BNI® è l’organizzazione di scambio referenze più vasta e di successo a livello mondiale. I suoi Membri sono professionisti e impren ditori che si aiutano reciprocamente ad aumentare il proprio giro d’affari grazie al GiversGain® (chi dà riceve). Ogni settimana, in migliaia di gruppi in tutto il mondo, i Membri si incontrano con altri professionisti e imprenditori per costruire e alimentare relazioni a
lungo termine basate sulla fiducia reciproca e per scambiare referenze di business di qualità. La partecipazione a BNI® permette l’accesso alla formazione professionale erogata da esperti del settore, nonché all’opportunità di fare networking e business con centinaia di migliaia di Membri BNI® in tutto il mondo. Per Bni l’elemento umano è fondamentale in tutti le fasi: sia per la trasformazione in quanto tale (collaborazione, ecosistemi, abilità, cultura empowerment ecc.), sia per gli obiettivi della digital transformation. Dal momento che le persone non vogliono il “digitale” per tutto e attribuiscono valore alle interazioni umane e alle relazioni faccia a faccia, ci sarà sempre un elemento “offline”, a seconda del contesto in cui ci si trova. Tuttavia, anche nelle interazioni e nelle transazioni non digitali, la digital transformation gioca un ruolo molto importante, potenziandone i processi.
Conclusione
La trasformazione digitale è un viaggio al quale sono connessi molteplici obiettivi. Bisogna
riadattare l’ecosistema aziendale ai i ritmi di un’era iper-conessa, puntando ad ottimizzare i processi e le divisioni e creando le giuste connessioni. Solo in questo modo, “costruendo ponti” tra “rapporti umani e processi digitali”, e non lasciando nessuno indietro, è possibile imboccare con successo la strada (o meglio, l’autostrada) della digital transformation.